2.February.2022

Peter Tosh, "Downpressor Man" e l'inaspettato viaggio del brano.

Quando Peter Tosh incise la cover di "Sinner Man", il brano aveva già subito una profonda evoluzione. Nato come canto afro-americano, attraversò i revival spirituali, il movimento folk revival degli Stati Uniti e le registrazioni da big band, prima di venire codificata nella sua forma attuale da Nina Simone nell'album Pastel Blues. Quando Peter incise il brano per il suo album del 1977 Equal Rights, cambiò il titolo in "Downpressor Man", dirigendo la morale del brano (preso dal libro dell'Esodo) verso l'ineguaglianza sociale che imperava in Giamaica in seguito alla sua indipendenza dalla Gran Bretagna, ottenuta nel 1962. Il messaggio resta lo stesso, ma le varie e chiare modifiche al brano, che lo inquadrano nell'ambito rastafariano, hanno aiutato Peter a parlare direttamente dei problemi sociali della sua patria servendosi del peso e dell'importanza storica del genere spiritual.

Nessuno conosce l'autore originale di "Sinner Man" o della maggior parte dei brani spiritual, visto che sono stati tramandati oralmente da persona a persona. Le conseguenze di questa mancanza di informazioni sono più gravi di quanto si potrebbe pensare, visto che la paternità - e spesso i diritti d'autore - dei brani è stata poi attribuita ai ricercatori (spesso bianchi) che li hanno trascritti e incisi o pubblicati. Molti citano come autori Will Holt o Lex Baxter, i primi musicisti ad aver registrato il brano. Altri ritengono che il brano sia stato scritto dai membri del collettivo folk The Weavers, sebbene l'abbiano inciso più tardi e loro stessi avessero attribuito la sua paternità a un autore anonimo. Quando Nina Simone interpretò il brano (con il titolo "Sinner Man") nel 1965, attinse dalla musica spiritual che aveva ascoltato da bambina e sintetizzò quell'energia in dieci minuti di musica. Il lato positivo della non-attribuzione autoriale è che ogni artista può prendere un brano e reinventarlo: a ogni reinterpretazione corrispondono un nuovo significato e una nuova importanza e il passato serve per rivolgersi al presente.

La versione di "Sinner Man" di Nina Simone è stata campionata di recente da artisti come Talib Kweli e Timbaland. In ogni occasione, l'importanza del brano determina il suo impatto nel momento storico in cui si inserisce.

La versione di Peter ha molte cose in comune con quella di Nina, ma alcune differenze sostanziali dimostrano come Peter abbia adattato il brano al messaggio che voleva trasmettere. Infatti, le versioni erano due: una incisa con i The Wailers nel 1971, l'altra incisa per Equal Rights. Entrambe presentano delle piccole ma importanti modifiche al testo che rendono peculiari e personali le versioni di Peter.

La modifica più affascinante al testo di "Downpressor Man" è il cambio di prospettiva, dalla prima alla terza persona. Nelle prime registrazioni, il brano manteneva una visione del peccato più introspettiva e si riferiva ai peccati personali di un individuo, collegandoli alle loro conseguenze con frasi come "I ran to the rock" (Mi sono rivolto alla roccia) e "I ran to the sea" (Mi sono rivolto al mare). La connessione tra oppressione e peccato è implicita: l'urgenza della performance di Nina la comunica. Nella versione di Peter, il messaggio è più diretto (il termine "downpressor" è un'elaborazione rastafariana del termine "oppressor", oppressore); "YOU can run to the rock" e "YOU can run to the sea". Cambiando la prospettiva del narratore nel brano, il messaggio non è più personale, ma comunitario; i peccati non sono più personali, sono sociali ed esterni all'individuo.

In molte occasioni, ci viene chiesto di prendere le canzoni per ciò che sono, ossia l'espressione di un cantautore o una cantautrice. Nel caso di "Downpressor Man", Peter Tosh si servì di una canzone famosa e resa popolare da musicisti che già lottavano per la giustizia sociale per lasciare un segno e far emergere le ingiustizie politiche, sociali ed economiche a cui aveva assistito in Giamaica. La complessa storia di "Sinner Man" e "Downpressor Man" non danneggia il messaggio del brano in nessun modo; anzi, se non altro, lo rende più potente. L'adattamento di Peter dimostra come una cover possa reinventare il messaggio di un brano e influenzare le persone in un altro modo, e non è l'unico caso. Se un brano esprime un messaggio potente, vale la pena comprendere la sua origine, specialmente se si tratta di una cover.

Margaret Jones è una cantautrice, polistrumentista e insegnante di musica residente a Oakland, CA. Suona la chitarra in molti gruppi locali, tra cui il suo progetto cantautorale M Jones and the Melee. Inoltre, possiede un dottorato in Storia della musica alla UC Berkeley e ha insegnato al San Francisco Conservatory of Music.

L'immagine di copertina dell'album "Equal Rights" di Peter Tosh su gentile concessione di Sony Music Entertainment.

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